sabato 8 aprile 2017

USA - Marijuana

Grazie alle perle di John Oliver ho scoperto alcuni fatti interessanti relativamente alla questione marijuana legalization negli USA.

Vale la pena sintetizzare la questione, così da poter evidenziare alcune genialate di cui non ero a conoscenza.

Premessa
Ad oggi, abbiamo 44 Stati che permettono qualche forma di utilizzo della marijuana (che sia a fini medici o ricreativi). Gli Stati rimasti sono: Idaho, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Indiana e West Virginia. Alcuni di questi stanno perlomeno trattando per un'introduzione di qualche forma di legalizzazione.
A livello federale, invece, qualunque uso della marijuana rimane illegale, e, come se non bastasse, viene pure classificata come droga di livello 1, ossia il livello più pericoloso (al pari dell'eroina) e che indica il più alto potenziale di abuso! Volete sapere alcune delle droghe considerate a "minor rischio di abuso" - ossia di livello 2? COCAINA, METANFETAMINA, METADONE...(lol).

Il punto
Poiché le leggi dei singoli Stati non possono bypassare quelle federali, la coltivazione, l'utilizzo e la vendita di marijuana a qualunque fine sono tuttora punibili. Fortunatamente, le agenzie federali e il Dipartimento di Giustizia hanno emanato delle linee guida per dare un'indicazione ai pubblici ministeri su come muoversi in questo contesto e quali priorità perseguire nella lotta alla marijuana negli Stati dove è stata in qualche modo legalizzata.

In ogni caso, il rischio di essere perseguiti per coltivazione o vendita (in particolare) rimane presente, ed è soprattutto molto alto per quelli che ne hanno fatto un'attività.
Proprio su questo punto è interessante notare i due pesi e due misure applicati dal punto di vista federale:

- Da un lato, la licenza alla vendita di marijuana viene rilasciata dal singolo Stato ma non viene riconosciuta a livello federale, lasciando pertanto l'attività in una situazione di incertezza per quanto riguarda la gestione e la regolarità dello stesso (eg: l'apertura di un conto corrente associato a un negozio che vende marijuana può portare ad accuse di riciclaggio; l'advertising della propria azienda non viene permesso su determinate piattaforme; alcuni consulenti e professionisti necessari allo svolgimento di aspetti "formali" del business potrebbero non voler avere a che fare con un'azienda non riconosciuta a livello federale, per questioni di immagine e di implicazioni legali; etc.)

- Dall'altro, il Governo (tramite l'agenzia delle Entrate americana - IRS) ti impone di dichiarare ogni provento/income ricevuto, anche se DERIVANTE DA ATTIVITA' ILLECITA. Giuro.

Ecco alcuni passaggi che vale la pena citare:  

"if you receive a bribe, include it in your income"

"if you steal property, you must report its fair market value in your income in the year you steal it, unless in the same year you return it to its rightful owner"

"Income from illegal activities, such as money from dealing illegal drugs, must be included in your income (...) if from your self.employment activity" 

E la ciliegina sulla torta è che, pur chiedendoti di dichiarare ogni fonte di reddito, non ti permette di dedurre/"scaricare" tutte le spese associate alla gestione della propria azienda. Può sembrare un tecnicismo noioso ma bisogna considerare che normalmente le tasse sul reddito di un'azienda non vengono calcolate certo sui suoi ricavi, ma su quella che possiamo approssimare come differenza tra ricavi e costi associati all'esercizio di quell'attività.
Basta un esempio per capire l'enorme differenza che ne deriva:

Es.1 -- Imposta del 30% -- Ho venduto 10 auto da 1.000 euro l'una. Per produrle ho speso 800 euro (tra materie prime, utenze varie, dipendenti, consulenti e servizi vari). Sui 200 euro di differenza, pagherò 60 euro di imposte (200 * 30%).

Es.2 -- Imposta del 30% -- Ho venduto 10 kg di erba da 1.000 euro l'uno. Per produrli ho speso 800 euro (tra materie prime, utenze varie, dipendenti, consulenti e servizi vari). Poiché il mio business non viene riconosciuto come legale, io non avrò il beneficio di "togliere" dai miei ricavi i costi sostenuti per produrre ciò che vendo (mica i narcos si deducono i costi della benzina usata per trasportare droga), quindi pagherò 300 euro di imposte (1.000 * 30%). Piccola differenza.

Conclusioni
Da quanto sopra derivano due conclusioni che confliggono una con l'altra: io ho tutto l'interesse a lavorare legalmente nel settore in quanto il mio Stato me lo permette, ma allo stesso tempo sostengo maggiori costi dovuti all'incertezza normativa, al rischio di audit da parte dell'Agenzia delle Entrate, alla difficoltà di accesso a determinati servizi in qualità di impresa, nonché alle maggiori imposte che devo pagare.
Questo ovviamente va a impattare sul prezzo finale che pratico al consumatore (poiché devo coprirmi per i maggiori costi previsti) e in ultima istanza va a determinare un maggiore gap tra il prezzo della marijuana legale e quello della marijuana illegale, che non fa altro che frenare l'emersione del nero e la perdita di potere dei cartelli.

Prospettive
Non buone. Obama a suo tempo non ha preso posizione al riguardo e si è limitato a non intervenire contro quanto deciso a livello di singolo Stato, e di certo non ci si può aspettare un cambiamento (favorevole) di policy da parte di trump. In tutto questo, poi, esistono anche persone che si danno da fare per fermare del tutto i progressi raggiunti.










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