sabato 4 gennaio 2014

About: Trans-Adriatic Pipeline (TAP)

Per TAP si intende comunemente il Gasdotto Trans-Adriatico, ossia un progetto volto a costruire un nuovo gasdotto che connetterà l'Italia e la Grecia, passando attraverso l'Albania, permettendo l'afflusso del gas naturale proveniente dalle zone del Caucaso e - potenzialmente - del Medio Oriente.
Cominciamo a capire qualcosa in più sul progetto in se, poi valuteremo quali sono i connessi problemi di "relazioni internazionali".

La storia

Tutto nasce nel 2003, quando la società EGL Italia Spa (oggi AXPO Italia Spa) controllata dal gruppo svizzero AXPO (attivo nella commercializzazione e trading di energia e prodotti derivati) conduce uno studio di fattibilità sulla creazione di un gasdotto, conclusosi nel 2006 con esito positivo. Viene così creata la società TAP AG, nel 2007, per lo sviluppo e la realizzazione del gasdotto in questione, diventata poi joint-venture nel 2008, quando subentra nel capitale la compagnia di Stato norvegese Statoil e la tedesca E.ON.

Nel 2009 abbiamo il primo accordo formale dove viene maggiormente presa in considerazione l'ipotesi TAP, ossia un accordo quadro Italia-Albania in materia di cooperazione su elettricità e gas, e dove viene ritenuto tale progetto di interesse prioritario.

Nel 2012 il progetto si avvicina alla sua realizzazione effettiva, infatti il Consorzio Shah Deniz (che gestisce dal 1996 il più grande giacimento di gas naturale del Azerbaijan, quello di Shah Deniz appunto) selezionarono il progetto TAP come potenziale percorso di trasporto prioritario del gas prodotto verso l'Europa, firmando un accordo di cooperazione e finanziamento del TAP, regolando la gestione proprietaria della joint venture TAP AG in modo da includere anche i soci del Consorzio (con questo assetto societario). Nello stesso anno viene firmato un memorandum di intesa italo-greco-albanese sulla cooperazione allo sviluppo per realizzare il gasdotto.

Sarà poi nel 2013 che il Consorzio sceglierà effettivamente il TAP quale percorso di trasporto, e che il Governo presenterà l'Accordo Italia-Albania-Grecia - di febbraio 2013 - da ratificare al Parlamento (sarà approvato il 5 dicembre ed entrerà in vigore il 5 gennaio 2014). il 17 dicembre 2013 il Consorzio ha preso la decisione finale di investimento sul progetto di sviluppo del giacimento, successivamente gli azionisti del TAP AG hanno preso la decisione definitiva di costruzione del gasdotto.



Il TAP partirà dalla città greca di Kipoi, all'estremità est della Grecia, attraverserà tutto il Nord della Grecia, tagliando a metà l'Albania e proseguendo offshore nell' Adriatico fino a ricollegarsi in Puglia, presso San Foca, con la rete SNAM.





E' stato riconosciuto dal Parlamento e dal Consiglio dell'UE quale progetto di interesse comune in particolare riguardo lo sviluppo della rete trans-europea di energia TEN-E e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico. L'UE ha infatti finanziato lo studio di fattibilità e di basic engineering.

Bisogna però precisare che il TAP rientra in un più vasto progetto denominato Shah Deniz Stage 2, che ha l'obiettivo di incrementare la produzione di gas nel giacimento di Shah Deniz e garantire un passaggio più veloce e sicuro per il mercato europeo. Il passaggio successivo allo sviluppo dei giacimenti, e intermedio rispetto alla realizzazione del TAP, è la creazione della Trans Anatolian Pipeline, che dovrebbe trasportare il gas lungo lungo tutta la Turchia.



Fra l'altro, rispetto alle altri varianti nel corridoio meridionale del gas (Nabucco, che ha perso la gara di aggiudicazione dei giacimenti; nella foto è la linea azzurrina) è una delle più dirette e che attraversa meno Stati (dal punto di vista italiano). 


Ora che sono state poste tutte le basi affinché il progetto venga attuato, e sia attivo nel 2019, resta da capire da dove nasce questa "esigenza". Le motivazioni sono principalmente due, una riguarda lo scenario internazionale e l'altra quello energetico.

Scenario internazionale

La Russia è il più grande esportatore di gas naturale e ovviamente sfrutta la sua posizione dominante in Europa per tenere politicamente e economicamente sotto scacco i paesi che si "servono" col suo gas. Questa è stata sicuramente la prima motivazione, in ordine storico, che ha spinto alcuni paesi europei - e non solo - a cercare vie di approvvigionamento energetico alternative rispetto a Mosca. Già negli anni precedenti molti paesi limitrofi e dipendenti dal gas russo avevano cercato di diversificare paese di importazione, per non parlare degli scontri che ci sono stati con paesi quali l'Ucraina e che si sono ripercossi su tutto il resto d'Europa.

Scenario energetico

Un secondo motivo, che ha preso piede più recentemente, riguarda la cosiddetta diversificazione energetica delle fonti di approvvigionamento, sia nell'ottica di un risparmio in bolletta (maggiore concorrenza di prezzo) sia nell'ottica di uno spostamento dai combustibili fossili più inquinanti verso le energie rinnovabili e il gas naturale (un obiettivo sostenuto soprattutto in ambito UE).
Per quanto riguarda lo scenario nazionale generale, le stime governative (nella relazione illustrativa in particolare) parlando di una produzione di gas in calo nei prossimi anni, per cui, stando a queste stime, il minor import e consumo non sarebbe comunque in grado di compensare la bassa produzione interna, quindi il gasdotto "sarebbe" da fare. Dall'altra parte abbiamo il Comitato NO TAP, che sostiene l'esatto opposto ed è fortemente preoccupato per l'impatto ambientale dell'opera, nonché per gli ulteriori lavori necessari per far confluire il gas in arrivo alla rete nazionale.


E adesso?

Dopo questa importante novità, i vari progetti in corso vanno comunque avanti (South Stream, North Stream, ITGI...) mentre l'unico vero cambiamento riguarda il Nabucco, che sarà accantonato oppure dovrà essere completamente rivisto nell'ottica di mantenere solo una parte del progetto iniziale (per esempio sfruttando le linee createsi in Turchia).
Comunque sia, fino al prossimo decennio, non sarà possibile beneficiare degli effetti positivi di quest'opera (in termini di "bolletta energitica") e quindi non vi saranno particolari cambiamenti, se non l'esborso iniziale derivante dalle spese di missione per le riunioni annuali della Commissione che si occuperà della supervisione dell'opera, per ben 1.155 euro ogni anno.








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