Prevede l'elezione del 75% dei parlamentari in collegi uninominali a turno unico (nessuno può presentarsi in più di un collegio; vince subito chi prende più voti) e il 25% con sistema proporzionale. Agli elettori è lasciata la possibilità di indicare una preferenza (liste non bloccate).

Alla Camera. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene più voti.
Nel proporzionale, dove non si esprime la preferenza, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorre però applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio.

Al Senato. I tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico, come alla Camera. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale ai gruppi di candidati collegati, all'interno dei quali vengono eletti i candidati sconfitti nell'uninominale meglio piazzati, una volta verificato il numero di posti spettanti in base ai voti ottenuti e applicato lo scorporo.