martedì 8 gennaio 2013

Il Senato e le prossime elezioni politiche...

Un recente articolo del Sole24ore riporta i risultati di un sondaggio pre-elettorale effettuato e le conseguenti simulazioni di voto, con particolare attenzione alle Regioni-chiave.
Non è la prima volta che veniamo terrorizzati dalla possibilità di ritrovarci con un Governo con una maggioranza instabile (o mancante addirittura) al Senato, anche considerando il fatto che ciò è già accaduto con l'Unione di Prodi, quando la maggioranza al Senato era di un solo senatore.

Perché ci si preoccupa così tanto del Senato?
Per il semplice fatto che nella Costituzione viene espressamente imposto che sia eletto su base regionale (art. 57), per cui, pur applicandosi sempre il Porcellum/Legge Calderoli, il premio di maggioranza previsto da tale legge viene attribuito Regione per Regione, determinando grande incertezza nel caso di un contesto politico frammentato, come è attualmente.
In sintesi: alla Camera chi prende più voti ha un premio di maggioranza del 55% (e quindi controlla in totale minimo 340 seggi, ovvero il 55% dei 618 seggi nazionali), mentre al Senato questo calcolo viene fatto Regione per Regione (per esempio chi vincerà in Piemonte avrà automaticamente il 55% dei 22 "probabili" seggi presenti, cioè 12 seggi); i seggi stimati dall'articolo sembrano essere corrispondenti e aggiornati rispetto a quelli utilizzati per le scorse elezioni.
Sempre l'art. 57 della Costituzione ci dice che nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a 7 (tranne la Valle d'Aosta che ne ha uno e il Molise che ne ha due); i seggi (309, perché gli altri sei appartengono alla circoscrizione Estero) sono poi distribuiti tra le Regioni in proporzione alla popolazione.
A questo punto il problema sollevato dall'articolo è questo: se PDL e Lega si presentano assieme e se i sondaggi pre-elettorali saranno simili ai risultati post voto, allora anche solo la perdita in Lombardia e Campania (o Lombardia e Veneto) da parte della coalizione PD-SEL, per via del nuovo asse di centro-destra, sarebbe pressoché fatale.

Ecco i numeri, presi sia dall'articolo in questione sia da questo (visto che riprende anche i seggi assegnati nelle precedenti elezioni): stiamo parlando di 309 seggi nazionali, di cui si ipotizza che almeno 108/9 (dipende dalla ripartizione dei seggi) siano pressoché in mano a PD-SEL (ovvero il 55% in Friuli-Liguria-Emilia-Toscana-Umbria-Marche-Lazio-Abruzzo-Piemonte-Puglia-Basilicata-Calabria-Sardegna-Trentino-Molise-Valle d'Aosta).
Lombardia, Veneto, Sicilia e Campania sono invece quelle "indecise"; la Sicilia sembra più propensa ad una vittoria del PDL, Lombardia e Veneto sembrano in bilico e la Campania vede una leggera predominanza del PD-SEL.

A questo punto, IPOTIZZANDO che il PD-SEL vinca nelle 16 Regioni sopra elencate, IPOTIZZANDO che dalla circoscrizione Estero ne arrivino tre (ovvero la metà), IPOTIZZANDO che le stime di vote riportate per Lombardia-Campania-Sicilia siano più o meno coerenti e IPOTIZZANDO che in caso di perdita prenda solo una parte dei seggi restanti (visto che non ci sono solo due partiti) gli scenari che SEMBRANO più probabili sono questi:

  1. se perdesse in Sicilia, in Lombardia e in Veneto, ma vincesse in Campania non avrebbe la maggioranza;
  2. se perdesse in Sicilia ma vincesse in Lombardia, Veneto e Campania avrebbe una buona maggioranza;
  3. se perdesse in Sicilia e Veneto, ma vincesse in Campania e Lombardia avrebbe circa 155-157 seggi, ovvero una maggioranza risicata o di poco inesistente;
  4. se perdesse in Sicilia e Lombardia, ma vincesse in Campania e Veneto non avrebbe la maggioranza;

E ora un po' di "sporchi calcoli politici"
E' chiaro che in una situazione post voto in cui il peso di Monti sia comunque a due cifre, il suo appoggio sarebbe determinante per evitare nuove elezioni o altri governi tecnici ecc ecc, per cui nel caso si ritengano situazioni post voto del primo, terzo e quarto caso, SE pensiamo che i voti ai partiti minori siano "sprecati/inutili" e SE riteniamo Grillo un'alternativa poco convincente, PRAGMATICAMENTE parlando, l'unico dubbio che si potrebbe presentare ad un elettore del centro-SX è se votare PD oppure SEL all'interno della coalizione di SX.
Dico questo (scartando Monti) perché tanto è comunque quasi sicuro che Monti non abbia la maggioranza, ma dalla sue dichiarazioni sembra possa intendersi che possa dare una sorta di "appoggio esterno" ad un Governo di questo tipo, almeno su alcune tematiche.
Ovviamente il fatto di essere stufi delle solite facce e di ritenere Monti più sveglio e capace di Bersani-Vendola (come probabilmente è) porterà ad esprimere il proprio consenso verso Monti, ma non è così problematico come sembra perché se comunque ci si trova nella situazione 1,3 o 4, il contesto sarebbe comunque instabile e l'appoggio di Monti necessario.

Tutto dipenderà dall'evolversi della situazione, in ogni caso i due fattori determinanti saranno la tenuta della coalizione PDL-Lega fino al voto e la percentuale di elettori che voterà Grillo, Ingroia ecc.

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