mercoledì 10 ottobre 2012

Si (ri)parla di riduzione delle imposte...

Ieri sera a Ballarò il sottosegretario Polillo ha ipotizzato una riduzione dei primi due livelli di aliquota IRPEF (rispettivamente 23% e 27%). Questa ipotesi è stata confermata oggi dal CdM, e visto che stavolta sembra che verrà attuata per davvero (dal prossimo anno), andiamo a vedere se è possibile/conviene e quante risorse richiederebbe.

Dal punto di vista fiscale...
Che cos'è l'IRPEF
L'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche è un' imposta diretta (correlata con la produzione/creazione di ricchezza/reddito), personale (si applica sulle persone fisiche), progressiva (aumenta più che proporzionalmente all'aumentare del reddito) a scaglioni di reddito (attualmente 5 scaglioni).

Soggetti passivi
Persone fisiche residenti,  e non residenti (solo per certi tipi di reddito prodotte sul territorio italiano); tra quelle residenti rientrano poi anche alcuni tipi di società (generalmente le società di persone).

Presupposto dell'imposta
Il possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti in una delle seguenti categorie: redditi fondiariredditi di capitaleredditi di lavoro dipendenteredditi di lavoro autonomoredditi di impresaredditi diversi. Questo a livello generale, senza scendere nei casi particolari previsti da ogni categoria di reddito.

Aliquote IRPEF
1° fino a 15.000 euro (tranne alcune esenzioni): 23%
2° da 15.001 a 28.000: 27%
3° da 28.001 a 55.000: 38%
4° da 55.001 a 75.000: 41%
5° da 75.001 in poi: 43%

Base imponibile e determinazione dell'imposta
Per determinare la base su cui applicare poi l'imposta, si prende il reddito complessivo del soggetto e si sottraggono gli oneri deducibili (di cui c'è un lungo elenco). Una volta dedotti questi componenti, sul totale rimanente si applicano le aliquote previste ma solo sulla fascia di reddito indicata (non sul totale rimanente). Un esempio per chiarire le idee: 40.000 euro lordi derivanti da 30.000 di redditi di lavoro dipendente e 10.000 da redditi fondiari; 40.000 è il reddito complessivo lordo del soggetto, da questi si sottraggono per esempio 10.000 euro di spese/oneri deducibili (se rientrano tra le deduzioni previste) e il restante valore di 30.000 sarà la nostra base imponibile; essendo 30.000 si arriva fino alla terza fascia, per cui si applica il 23% sui primi 15.000 euro, poi il 27% sui 13.000 euro successivi (28 mila meno 15 mila), e infine il 38% su 2.000 euro (perchè la terza fascia in questo caso non viene raggiunta completamente, ma solo per la parte eccedente il valore di 28 mila).

Dal punto di vista del bilancio dello Stato...

Premessa
Le fonti di entrata nette (effettive) derivanti dall'IRPEF nel 2010 sono state di 149 miliardi e grazie ai dati del Ministero sappiamo che nelle dichiarazioni 2010 (effettuate nel 2011) il numero di contribuenti che hanno presentato la dichiarazione è stato di 41,5 milioni. 

Composizione dei contribuenti
Suddividendoli secondo classi di reddito ecco cosa viene fuori: circa il 48,80% (20,3 milioni di soggetti) dichiara redditi Irpef inferiori a 15.000 euro l’anno e il 41,09% (più di 17 milioni) dichiara redditi tra 15.000 e 35.000 euro, per cui in totale circa il 90% dei contribuenti dichiara meno di 35.000 euro; 10,6 milioni non pagano nessuna imposta (si veda grafico 1.2).
Suddividendoli secondo categorie di reddito, i lavoratori dipendenti sono più di 20,9 milioni (50,37% del totale contribuenti) e circa l’82% dei dipendenti dichiara un’imposta netta, per un valore complessivo di 90,7 miliardi (61% del totale imposta netta dichiarata; 3,7 milioni dichiarano zero); i pensionati sono più di 15 milioni (36,7% del totale contribuenti) e circa il 74% di questi (4 milioni dichiarano zero) dichiara un’imposta netta per un valore complessivo di 49,5 miliardi di euro (33% del totale imposta netta dichiarata); i redditi di impresa dichiarati sono stati di 33,7 mld (per un imposta netta di 7 mld da parte del 67% degli imprenditori) mentre quelli di lavoro autonomo sono pari a 30,5 mld (di cui l’86% dei professionisti dichiara un’imposta netta, pari a 11,7 miliardi); infine l’80% dei contribuenti minimi dichiara un reddito imponibile di circa 5,3 mld (derivante dalla tassazione sostitutiva tipica di questo regime).
I soggetti che dichiarano un’imposta netta Irpef sono 30.897.194 (il 74% del totale contribuenti), per un ammontare pari a 149,4 mld di euro; più di 10,6 milioni di contribuenti hanno imposta netta pari a zero (perchè esonerati o perchè agevolati dalle deduzioni/detrazioni). Va precisato inoltre che circa 10 miliardi di euro sono stati soggetti alla tassazione sostitutiva del 10% secondo l'agevolazione sulle somme erogate per incremento di produttività. 

Quanto costerebbe la riduzione dell'IRPEF
I contribuenti con redditi fino a 35 mila euro dichiarano il 47% dell'imposta netta (70 mld circa), mentre i contribuenti dai 35 mila ai 300 mila ne dichiarano il 48,3% (72 mld circa); da 0 a 15 mila l'imposta netta pagata è di 8,2 mld circa, mentre da 15 mila a 26 mila è di 36,7 mld circa (si veda grafico 1.1).
Il Governo ha stimato che la riduzione delle prime due aliquote (da 23 a 22, da 27 a 26) costerebbe 4 miliardi per il primo scaglione e 1 miliardo sul successivo.

I contribuenti risparmierebbero?
Per un soggetto che percepisse 28 mila euro, su cui applicare le imposte, il risparmio sarebbe di circa 300 euro; un po' meno di 150 euro invece nel caso di un reddito di 15 mila. In ogni caso stiamo parlando di un agevolazione che non supera i 300 euro a persona, anche perchè la riduzione è di "soli" due punti percentuali cumulati.

La domanda a questo punto è: vale la pena aumentare l'IVA dal 10 al 11% e dal 21 al 22% per avere 300 euro di tasse in meno (nel migliore dei casi)? Non dimentichiamoci che l'aumento dell'IVA ridurrà comunque questo beneficio, basta pensare agli acquisti di tutti i giorni e alle bollette più care in seguito all'incremento IVA, il quale ovviamente produrrà inizialmente differenze minime nelle spese quotidiane, però a livello cumulativo (durante tutto l'anno) sarà visibile e andrà a erodere parte di quanto risparmiato tramite minore tassazione IRPEF. Inoltre la modifica/riduzione delle detrazioni di cui si sta parlando andrà ulteriormente a intaccare questo vantaggio fiscale (sembra infatti che il guadagno finale venga praticamente dimezzato in media). Quindi pur comprendendo appieno questa manovra dal punto di vista politico, cioè poter dire che alla fine dei conti loro le tasse le hanno abbassate, non la trovo utile da quello economico-finanziario (per lo meno sull'aspetto tasse). 


Grafico 1.1 
Distribuzione dell'imposta netta totale dichiarata (149,4 mld) in base alla fascia del contrbuente dichiarante. Elaborazione sulle analisi 2010 del Ministero, dati in miliardi




Grafico 1.2 
Distinzione tra contribuenti che pagano/dichiarano un'imposta diversa da zero (30,8 milioni) e contribuenti esenti (10,6 milioni) per motivi di reddito, detrazioni e così via. Elaborazione su dati Ministero






















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